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La Didattica Digitale Integrata (DDI) è una metodologia innovativa di insegnamento e apprendimento. In coerenza con le linee guida del Ministero dell'Istruzione, la DDI è da intendersi come metodologia didattica complementare e integrativa rispetto alla tradizionale forma in presenza.

 

In questo periodo in molti si stanno domandando il significato di Didattica Digitale Integrata (DDI). Cerchiamo quindi di capire cos'è: si tratta di una modalità didattica che integra momenti di insegnamento a distanza (svolti su piattaforme digitali) ad attività svolte in presenza, in classe o in altri ambienti della scuola. Un mix di stili, un fluido scorrere di conoscenza tra l’aula fisica e l’aula virtuale.


La DDI è quindi una tendenza che interessa in questo momento particolarmente complesso per le scuole secondarie di secondo grado, soprattutto quelle di indirizzo tecnico e che ripongono nei laboratori di indirizzo risorse chiave fondamentali per l’apprendimento, ma che potrebbe toccare sempre più da vicino anche gli istituti comprensivi - e quindi le scuole primarie e secondarie di primo grado - qualora le misure restrittive per la sicurezza e la protezione dei cittadini dovessero subire un ulteriore giro di vite.


È facile che questo nuovo acronimo spaventi, ma non è nulla di complesso, abbiamo affrontato ben di peggio in questo 2020! Cerchiamo quindi di capire insieme cos’è la didattica integrata digitale (DID), quali sono le differenze rispetto alla Didattica a Distanza (DAD), oltre a delineare esempi e modelli per sviluppare un piano per la didattica digitale integrata.

 

fonte: Didattica Digitale Integrata (DDI): cos’è, linee guida, idee ed esempi - Innovation for Education

 

per essere più precisi, la DDI (Didattica Digitale Integrata) è una modalità organizzativa che alterna momenti in presenza e momenti online e si è resa necessaria, in questo momento, per affrontare il distanziamento e contemporaneamente evitare l’eccessiva presenza degli studenti negli edifici e sui mezzi di trasporto.

A differenza della DaD, dove la comunicazione didattica avviene esclusivamente a distanza, con la DDI gli studenti sono parzialmente impegnati su piattaforme digitali e parzialmente a scuola, a contatto di docenti e compagni.

La DDI viene quindi incontro da una parte alla necessità di socializzare e dall’altra a quella di mantenere il distanziamento durante l’emergenza Covid-19. Le scuole possono, in tal modo, organizzare una presenza ridotta, circa il 50% dell’utenza. Viene utilizzata prevalentemente nelle scuole secondarie di secondo grado, in quanto si assume che gli studenti siano dotati di più autonomia nell’organizzare lo studio individuale, ma può essere estesa anche agli altri livelli di scuola e costituire un modello di ambiente di apprendimento innovativo.

La DDI non è solo uno strumento “necessario” a cui ricorrere in tempi critici, ma offre la possibilità di aumentare le risorse e di utilizzare linguaggi multimediali, flessibili a cui sono associate metodologie innovative, in linea con le modalità di apprendimento dei giovani.

Se la DDI può essere associata al “blended” e “hybrid learning” in relazione a dove avviene la lezione, da una prospettiva metodologica si tende a superare la cesura online/presenza con il termine “onlife”* neologismo coniato da Floridi nel 2013 per indicare la condizione umana nell’era del digitale. Si indica così un modo di vivere dove non vi sono più barriere tra fra reale e virtuale, non si coglie più la differenza tra le azioni svolte “online” e “offline”.

Onlife quindi, è una nuova dimensione della nostra vita in cui il reale si sposta nel virtuale e il virtuale diventa reale, e dove le persone comunicano, fanno esperienze e apprendono. Si tratta di una condizione umana determinata dalla presenza massiccia delle tecnologie dell’informazione e comunicazione a cui ci stiamo gradualmente abituando e nella quale la rete informazionale influenza lo sviluppo umano, la percezione del sé, determinando nuove relazioni tra uomo, macchina e natura.

L’uso delle ICT a scuola offre nuove soluzioni metodologiche, possibilità di innovare la comunicazione didattica e l’opportunità di praticare nuove modalità educative. Alcune metodologie innovative, in cui si utilizzano in modo integrato ambienti virtuali e ambienti “reali”, sono ad esempio la “Flipped classroom”, gli EAS (Episodi di apprendimento situato), il TEAL ( Technology Enhanced Active Learning **) proposti da Avanguardie Educative di Indire in cui si coniugano lezione frontale, laboratori, simulazioni e lavoro collaborativo.

*Floridi, L. (2015). The onlife manifesto: Being human in a hyperconnected era (p. 264). Springer Nature.

 

Il documento sottostante è il Piano adottato dalla nostra scuola, approvato dal Collegio dei Docenti del 25 settembre 2020 con delibera n. 7.

 

 

 

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